SEO Western

Swipe File, Scrivere Titoli Magnetici
Beacon, alla Scoperta del Marketing di Prossimità

Nei vecchi film statunitensi, specie nel genere western, i cappelli bianchi erano spesso indossati dai buoni e i cappelli neri dai cattivi. Una convenzione arbitrariamente imposta dai cineasti per rendere immediata la categorizzazione da parte del pubblico.

Questo simbolismo, utilizzato per evidenziare il contrasto tra il bene e il male, viene spesso ripreso anche in campi diversi dalla cinematografia. Un esempio? L’ informatica.

Come ben spiega Wikipedia, il Black Hat (cappello nero) è un hacker malintenzionato o con intenti criminali. Allo stesso si contrappone il White Hat che, invece, utilizza le proprie conoscenze e abilità per individuare eventuali vulnerabilità nei sistemi informatici al fine di porvi rimedio. Nella SEO ritroviamo, parimenti, la stessa simbologia.

Strategie SEO, Black & White Hat

Nel mondo SEO non è il pubblico a dover distinguere i buoni dai cattivi bensì è lo sceriffo Google.
Proprio così, Google categorizza le attività SEO in consentite e vietate.

Se cerchi di ingannarlo, Google prenderà provvedimenti per punire la tua condotta scorretta e molto probabilmente penalizzerà il tuo posizionamento nei risultati di ricerca (serp).

La domanda che a questo punto ci poniamo è la seguente: quali condotte SEO consentono di scalare la serp senza infrangere le regole di Google evitando le penalizzazioni?

SEO White Hat, Senza Esagerare

Chi adotta strategie SEO consentite ha un solo scopo: ottenere maggiore visibilità per incrementare le conversioni, senza forzare gli algoritmi di Google.

Le strategie White Hat di fondo (non sembra vero, eh) sono le stesse utilizzate dai Black Hat.
Proprio così. Gli strumenti, molto spesso, sono gli stessi ma le modalità con cui vengono utilizzati sono differenti.

Un piccolo esempio, le keyword nelle pagine/articoli del nostro sito.
Se utilizzate con parsimonia sono pratiche “legali”, ma se ne abusate,  decontestualizzandole e ripetendole all’ infinito,  non fate altro che irritare lo sceriffo (il Keyword Stuffing non piace proprio a Google).

Stesso discorso può essere fatto per il Link Building.
Se cercate di migliorare la vostra popolarità, magari affidantovi a backlink di siti spam , Google vi scoverà grazie al suo algoritmo Penguin.

L’ Etica fa la differenza

Ma le tecniche proibite da Google non sono solo queste. Potremmo citare il cloacking, le pagine doorway, i testi e i link nascosti, il desert scraping, ecc..

E allora, è bene tenere a mente la regola principale.
Utilizziamo la SEO secondo le linee guida di Google senza inseguire risultati immediati con pratiche scorrette.

In definitiva, non disturbiamo il “pinguino” e cerchiamo di migliorare la nostra visibilità creando contenuti di qualità supportati da una “buona” pratica SEO.
Google e i lettori ce ne saranno grati.

Buona Scrittura !!

 

 

 

 

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